La telefonata che riportò senza contestualizzarla la frase incriminata uscita dalla bocca di Lotito :”Famo ‘sta sceneggiata“, è stata oggetto di sentenza per la procura della Federcalcio.

 E se per il patron capitolino è costata l’opinione pubblica inferocita, la rimostranza della corona di fiori nel Tevere da parte della Sinagoga, non costerà però nulla a livello di sanzione.

Lo ha riportato La Repubblica nell’edizione odierna. 

“Senza conoscere la fonte certa, impossibile garantire che si trattasse di una conversazione genuina”.

Ed un punto Lotito lo porta a casa, ma la vicenda è tutt’altro che finita. Sì è in attesa del deferimento per gli adesivi giudicati antisemiti, almeno dall’opinione pubblica.

Il procuratore Pecoraro continua la sua indagine sulla violazione dell’obbligo di lealtà sportiva, articolo 1.

Tuttavia non pare esserci stato nessun illecito atto ad aggirare l’ordinamento sportivo per aver permesso la migrazione della Curva Nord alla Curva Sud. Nemmeno nella vendita del tagliando ad un costo simbolico di 1 euro agli abbonati sotto squalifica.

La Lazio si ritiene a tutti gli effetti parte lesa e continua a dichiarare di non aver responsabilità per due adesivi, seppur di cattivo gusto.

Oltre ad aver subito un danno all’immagine spiattellato ai quattro venti ed un accanimento perpetrato da parte dei media, in caso di squalifica, la società capitolina sarà pronta col suo staff legale a dare battaglia avanzando il ricorso! 

 

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